ARDESIA: DALLA NATURA UN MATERIALE SUGGESTIVO DALLE INFINITE POSSIBILITA' DI IMPIEGO
Dalla Fontanabuona, la valle che dall'entroterra chiavarese delimita il corso del torrente Lavagna, dal passo della Scoffera fino a Carasco, lungo la SP 225 della Valfontanabuona, l'ardesia ha valicato i suoi naturali confini come pietra ornamentale di altissimo pregio per inserirsi prima nei palazzi gentilizi liguri del Rinascimento; poi in qualificato discorso architettonico europeo nel secolo scorso, proiettato oggi a livello mondiale.
Negli ultimi due secoli gli "Arata", una famiglia di cavatori della valle che ha operato nel settore con fantasiosa intelligenza, sono stati i vivaci ed instancabili protagonisti ai quali, per buona parte, è attribuibile il merito di avere proposto ai progettisti di tutto il mondo un materiale dalle infinite possibilità di inserimento.
Sono ormai ben note le applicazioni dell'ardesia sia in architettura che in edilizia. Esse vanno dai pavimenti ai rivestimenti, dai manufatti per l'arredo alle coperture.
L'ardesia nel corso dei secoli ha caratterizzato numerosi ambienti, sia interni che esterni, essendo utilizzata quale complemento d'arredo e quale componente essenziale di paesaggi urbani tipici. Infatti è un materiale oltre che funzionale oltremodo decorativo, di facile lavorazione, che con il suo colore deciso e la compattezza della materia ha reso celebri centri storici, non solo liguri, ma anche europei ed extraeuropei, come i distretti di Parigi, della Normandia, della Savoia, del Galles, del Belgio, della Saar e della Baviera oltre a quelli di piu recente data della Virginia e della Pennsylvania. Oggi l'ardesia come materiale per copertura fornitoci dalla terra, quindi naturale e particolarmente suggestivo, si contrappone a tutti quei manufatti artificiali, che provengono dalla fusione di piu elementi trattati a temperatura elevata o modulati con procedimento di stampaggio.
Infatti l'ardesia è sempre stata più o meno presente in episodi architettonici, siano essi di tipo spontaneo, siano essi importanti opifici. A sostegno di quanto sopra sono sufficienti gli esempi di Portofino e di Camogli ove, specie nella seconda, esistono palazzate che si affacciano sul mare, con sviluppo longitudinale, con densità edilizie elevatissime; esistono corpi di fabbrica alti dieci piani, ma che creano un paesaggio di indiscussa bellezza, ove l'ardesia ha contribuito, inserendosi nel contesto paesaggistico come elemento decorativo e sopratutto come elemento di copertura, concorrendo con il suo bel colore ad un felice inserimento in paesaggi dalla orografia tormentata. Per non parlare del centro storico di Genova dove esistono superfici di pareti di edifici interamente rivestite con lastre di ardesia. Il discorso potrebbe essere esteso ai paesi delle Cinque Terre, in provincia di La Spezia, ai Castelli della Loira, alle Asturie, ove l'ardesia interviene in forma massiccia con il suo bel colore, quasi annullandosi nel verde in virtù della sua proprietà di assimilare, attraverso un processo di riflessione della luce, il colore che la circonda.
Il discorso sulle proprietà cromatiche dell'ardesia è dimostrabile attraverso visuali dall'alto di paesaggi urbani e rurali ove la natura riesce ad avere il sopravvento e l'ardesia si inserisce in maniera composta, permettendo alla luce quelle infinite vibrazioni di incomparabile suggestione.
Concludendo, l'ardesia è una pietra naturale che da secoli viene coltivata nelle cave della Fontanabuona, lavorata e applicata non solo in Liguria ma in molti paesi, in Italia e all'estero. La nuova industria ardesiaca, nata dalla premessa artigianale del contadino-cavatore della Fontanabuona, dall'esperienza e tradizione di secoli, affiancata sul piano tecnico e tecnologico da esperti, può oggi puntare, ed ha tutte le carte in regola per farlo, ad obiettivi nuovi, a nuove prospettive per l'impiego dell'ardesia, povera ma nobile pietra, per la soluzione di problemi formali e costruttivi dell'architettura dell'uomo.